Negli ambienti di lavoro sono sempre più diffusi gli uffici a spazi indivisi o open space, per varie ragioni:
- economiche
- la possibilità di una maggiore collaborazione tra i lavoratori e un maggiore scambio di informazioni
- la possibilità da parte del Datore di Lavoro di tenere sotto controllo la situazione
Il passaggio dall’ufficio tradizionale all’open space avviene senza perdita di produttività, se tutta l’attività svolta nell’ufficio e i relativi flussi informativi avvengono in modo razionale e funzionale secondo precise linee programmatiche.
Il parere dei lavoratori risulta difforme in quanto lamentano problematiche relativamente a:
- rumore di fondo
- temperatura e qualità dell’aria
- illuminazione
Negli spazi aperti, inoltre, c’è una maggiore probabilità di trasmissione di malattie contagiose con conseguente aumento dei giorni di assenza e riduzione della produttività.
Nel mese di aprile 2013 sono stati studiati i lavoratori che operano in uno spazio condiviso somministrando il questionario per la qualità dell’aria e la scala per l’ansia e la depressione; il campione era costituito da 60 individui, di cui 34 femmine e 26 maschi. I risultati ottenuti sono i seguenti: i lavoratori si lamentano di aria viziata (75%), cattive condizioni di illuminazione (65%), rumore eccessivo (60%), polvere sporcizia (53%), nessuna discrezionalità (60%); il 70% segnala la presenza di uno dei sintomi della ‘sindrome da edificio malato’ (stanchezza, stordimento, tosse, gola secca, nausea, ecc.). Oltre la metà dei soggetti segnala mal di schiena e riduzione della vista, mentre due terzi dei lavoratori hanno un punteggio compatibile con diagnosi di ansia e affetti da depressione.
Da questo studio si deduce quindi un’associazione statisticamente significativa tra discomfort ambientale, stress lavoro-correlato e disturbi come ansia/depressione o disturbi fisici.
Concludendo, non c’è da meravigliarsi se il passaggio dagli uffici tradizionali agli open space, in alcuni casi, abbia prodotto dei veri disastri produttivi; c’è da chiedersi semmai perché questo tipo di organizzazione dello spazio produttivo non sia stato definitivamente abbandonato.
Fonte: Ambiente & Sicurezza sul Lavoro