INFORTUNIO DI UN ESTRANEO – Sentenza della Cassazione Penale

Il datore di lavoro di un’azienda può rispondere anche per un infortunio che dovesse accadere all’interno del proprio luogo di lavoro ad una persona estranea alla organizzazione. Affinché si configuri un profilo di colpa è sufficiente che l’evento dannoso si sia verificato a causa dell’omessa adozione di quelle misure ed accorgimenti imposti ai fini della più efficace tutela dell’integrità fisica del lavoratore.

La Corte d’Appello ha confermato la sentenza pronunciata dal Tribunale, il quale aveva già affermato la penale responsabilità del legale rappresentante di una società amministratrice di uno stabile a cui era stato contestato il reato di negligenza, imprudenza, imperizia e violazione della normativa di prevenzione degli infortuni sul lavoro, per non aver segnalato la presenza sul pianerottolo del primo piano di un dislivello che aveva cagionato ad un estraneo alla ditta delle lesioni personali gravi.

Il legale rappresentante della società amministratrice dello stabile ha posto il ricorso contro la decisione della Corte d’Appello, mettendo in evidenza che, essendo priva di adeguate competenze tecniche, si era rivolta ad un professionista che aveva omesso di segnalare il dislivello quale fonte di pericolo, non imponendo alcuna prescrizione. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso facendo presente che un anno prima dell’episodio la stessa persona aveva segnalato all’imputata del dislivello e le incombeva, pertanto, essendo il datore di lavoro, il dovere di attivarsi.

Concludendo non ha nessuna importanza che l’imputata non fosse il datore di lavoro della persona infortunata  giacché “il principio cautelare ha una valenza generale ed inderogabile, tale da imporsi nell’interesse di tutti, finanche degli estranei al rapporto di lavoro, a prescindere, quindi, da un rapporto di dipendenza diretta con il titolare dell’impresa”.

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Fonte: Punto Sicuro.it