TECNOSTRESS – Con il costante aumento dell’utilizzo dei nuovi strumenti tecnologici, come tablet, smartphone e atri dispositivi portatili, il lavoratore può continuare a ricevere informazioni e messaggi inerenti il proprio lavoro oltre i tempi e i confini dell’ufficio, e, potenzialmente, potrebbe continuare a produrre anche nei weekend e nei periodi di riposo. Questa continua reperibilità, al contrario di quanto si potrebbe pensare, non porta ad una migliore produttività, ma ad un fattore di rischio potenziale che potrebbe generare una costante situazione di stress nel lavoratore.

Il fenomeno è stato chiamato in ambito scientifico “ sindrome da tecnostress ”, cioè la condizione dei lavoratori di essere costantemente reperibili attraverso l’utilizzo dei nuovi artefatti informatici. Il termine sindrome, usato per denotare il fenomeno, fa riferimento a un insieme di sintomi, di cui ancora non sono ben noti gli effetti.

Attualmente i lavoratori più soggetti al fenomeno sembrano essere i dirigenti e il personale che gestisce la comunicazione con l’esterno dell’azienda, ma il tecnostress può colpire chiunque faccia un uso inadeguato delle nuove tecnologie, tanto da complicare la conciliazione tra tempi di lavoro e tempi da dedicare alle attività.

L’Italia si sta iniziando ad interessare alla tematica, ma si riscontrano difficoltà dal punto di vista delle normative a cui fare riferimento, in quanto gli apparecchi tecnologici e digitali non si possono considerare attrezzature da lavoro, né sono assimilabili ai videoterminali. Nonostante il rischio da tecnostress non sia citato dal D. Lgs 81/08, il principale e fondamentale obbligo del Datore di lavoro è quello di provvedere alla valutazione dei rischi e alla redazione del relativo documento. A questo proposito il tecnostress può essere ricondotto a una specifica tipologia di stress, inerente il carico di lavoro, i ritmi e gli orari di lavoro e l’invasione della sfera privata da parte di quella lavorativa, dunque il datore di lavoro ha l’obbligo di tenere conto dei rischi collegati alle nuove tecnologie e di valutare le principali conseguenze che derivano dal loro effettivo utilizzo nei contesti di lavoro.

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Fonte: Ambiente & Sicurezza sul Lavoro, aprile 2014