I miracoli del pane nero sono una bufala con la possibile aggravante della truffa. Il prodotto, in seguito al battage mediatico dei mesi scorsi, è stato erroneamente considerato dai consumatori un prodotto salutistico. Per questo motivo viene venduto a prezzi stratosferici pur trattandosi di un alimento colorato con un pizzico di carbone vegetale dal costo irrisorio. Se a tutto ciò si aggiunge il divieto di vendere questo pane ribadito dal Ministero della Salute, siamo di fronte ad una vera truffa commerciale. Nonostante l’annuncio del 22 dicembre 2015 in cui Beatrice Lorenzin dichiara lo stop alla vendita, la situazione non è cambiata. Molti panificatori hanno incrementato le vendite a prezzi stratosferici (6-7 euro al chilo) convinti che basti togliere la parola “pane” dal cartellino per aggirare la legge. La norma però non è recente e la colorazione del pane e della pizza con carbone vegetale (E 153) è da sempre vietata (*). Nonostante ciò il pane nero si vende dappertutto.

Non così è per la panetteria da forno fine, termine che raggruppa prodotti  realizzati con farina, uova, zucchero, miele come ad esempio: fette biscottate, taralli, cracker, gallette, pasticcini, torte, cialde. Il legislatore permette la colorazione con minime quantità di carbone vegetale che non è certo in grado di svolgere una funzione attiva contro il meteorismo. L’Efsa ha infatti stabilito che “l’effetto benefico si ottiene con l’assunzione di 1 grammo di carbone vegetale almeno 30 minuti prima del pasto e di un altro grammo subito dopo il pasto”. Si tratta di quantità difficilmente  raggiungibili attraverso una semplice colorazione. C’è di più, qualsiasi cartello esposto o etichetta abbinata ai prodotti di pasticceria fine colorati con E153 che riporta effetti salutistici, si deve considerare arbitraria e di dubbia conformità,  e soggetta a possibile sanzione o denuncia da parte delle autorità di controllo. Purtroppo la moda del nero continua e ci giungono segnalazioni di mozzarelle nere di tortelloni neri serviti nei ristoranti. Tutto è permesso ma solo per il piacere di assaggiare un piatto o un cibo di diverso colore, come si è sempre fatto con il risotto al nero di seppia. Una variante cromatica.

Chi ha problemi di meteorismo può assumere il carbone vegetale, evitando però la concomitanza con altri farmaci, attraverso gli integratori regolarmente registrati dal ministero venduti in farmacia ad un prezzo accessibile e senza le calorie del pane. La conclusione della vicenda è che il pane nero non è permesso e i prodotti di panetteria fine colorati con carbone vegetale non svolgono alcuna funzione attiva sull’organismo. Il colore è solo una forma estetica, un  modo di aggiungere una nota diversa a tavola, un effetto marketing proposto a caro prezzo, proprio come il carbone nero della Befana un dolce a base di zucchero come altri che però incanta i bambini. Anche la scelta adottata da alcuni panificatori, di continuare a vendere pane nero scrivendo sul cartellino prodotto da forno, secondo i nostri esperti non risolve il problema, perché il prodotto resta comunque un pane colorato e il rischio di una sanzione è dietro l’angolo.

pane nero

 

(*)  Il carbone vegetale è un additivo alimentare riconosciuto dall’Unione europea e classificato con la sigla  E153, ricavato dal legno, impiegato come colorante in alcuni alimenti e come ingrediente con funzione salutistica contro il meteorismo negli integratori  alimentari. Non esiste quindi un problema di sicurezza ma solo di regole e di quantità.

 

Fonte: Il Fatto Alimentare